Case XIV edizione
24 – 27 Ottobre 2024
Nella primavera del 2023, la studentessa ventitreenne di Ingegneria Ilaria Lamera picchettava una tenda in Piazza Leonardo, antistante al Politecnico, per protestare contro il caro affitti a Milano. In pochi giorni, altri studenti fuori sede si uniscono alla protesta, facendo diventare una piazza pubblica un vero e proprio campeggio a cielo aperto. Nelle settimane successive la protesta studentesca si dirama verso Roma, Bologna, Pisa.
Nel luglio 2024, nel pieno del picco turistico estivo, a Malaga e a Barcellona diversi turisti sono stati “attaccati” da gruppi di attivisti per la casa con pistole ad acqua e cartelli contro gli alloggi Airbnb. Nello stesso periodo, nelle strade del centro storico di Palermo compariva uno striscione con la scritta Touristification is the new plague. Where is my home? Viva Santa Rosalia [La turisticizzazione è la nuova peste. Dov’è la mia casa? Viva Santa Rosalia].

Tende, pistole d’acqua, striscioni diventano emblema di un problema diffuso che riguarda l’invivibilità / la non accoglienza delle nostre città, il diritto alla casa o la sua negazione, la rivendicazione di modalità di coesistenza più eque e sostenibili.
Parlare di CASE coinvolge una dimensione individuale – la nostra vicenda personale può essere descritta come una storia di cambi di casa – ed una collettiva – l’accesso alla casa è una questione politica in cui si intrecciano classe, genere, geografia di provenienza, capitale cognitivo.
La casa può essere anche aspirazione, dolore, mancanza, nostalgia e non solo una questione pragmatica per politici e architetti. Non a caso lingue come l’inglese distinguono tra la “house”, la casa materiale, l’apparato architettonico in cui si abita, e “home”, la casa simbolica, lì dove ci si sente di appartenere; o per dirla con le parole del poeta egiziano Naguib Mahfouz “Lì dove cessano tutti i tuoi tentativi di fuga”.

CASE è anche il tema della XIV edizione di Video Sound Art che si svilupperà nel quartiere Lodi – Corvetto, perno di un processo di trasformazione urbana in corso. Pressoché equidistante dal Duomo di Milano e dall’Abbazia di Chiaravalle e quindi dai campi del Milanese, rappresenta simbolicamente una scissione tra il centro e la periferia che ancora caratterizza l’anima del quartiere. L’area compresa tra l’ex-scalo ferroviario di Porta Romana e il bosco di Rogoredo è effettivamente attraversata da contraddizioni. Da un lato l’anima popolare, testimonianza di un passato prossimo in cui nel quartiere vivevano piccole fabbriche e complessi residenziali per le classi operaie e lavoratrici. Il quartiere, quasi un secolo fa, ospitò le prime case Iacp (poi diventate Aler, di proprietà della Regione), che costituirono il limitrofo “quartiere Mazzini”, allora fiore all’occhiello dell’edilizia popolare e oggi simbolo del degrado abitativo. Dall’altro, la recente edificazione di potenziali interventi di rigenerazione urbana, come il “business district” Symbiosis-Covivio, la Fondazione Prada e il villaggio olimpico per le Olimpiadi 2026 di prossima costruzione.
Sebbene l’arrivo di queste nuove infrastrutture si configuri come l’attivazione di un processo di rigenerazione del quartiere, un gruppo nutrito di cittadini, organizzati secondo comitati di zona, rivendica invece un altro tipo di narrazione. Le comunità transgenerazionali e multietniche legate a realtà attive nel quartiere da decenni, quali il Circolo San Luis (Via Don Bosco, 7) reclamano infatti il senso di appartenenza ad una quartiere tutt’altro che anonimo e desolato. La frizione tra proposizioni contrastanti che si riscontra nell’area di Lodi-Corvetto rappresenta in miniatura le stesse frizioni che si riscontrano in scala più ampia a livello cittadino.

Il festival trova dimora nel quartiere di Lodi Corvetto e in particolare al Circolo San Luis 1946. In collaborazione con il comitato di quartiere, le attività avranno inizio ad Ottobre e dal 24 al 27 il programma prevede una serie di installazioni video e attivazioni performative che, nel loro insieme, creeranno un racconto corale sul tema dell’abitare. Le installazioni saranno fruibili a titolo gratuito anche dall’esterno tutto il giorno e la notte.
Possiamo guardare alle case come a dei barometri in grado di registrare i grandi cambiamenti (politici, sociali, ambientali) in corso? Quali sono le case in cui si stanno testando nuove strategie di coesistenza e coabitazione?
Testo “Le mie case” di Erica Petrillo
Bibliografia di riferimento:
Svetlana Boym, The Future of Nostalgia, Basic Books, 2001
Penlin Tan, “Camps as Trans-Local Commons” in e-flux conversations, 17 July 2017
Édouard Glissant, “For Opacity” in Poetics of Relation, 1990
Céline Condorelli, Support Structures, 2009
Silvia Federici, Caliban and the Witch, 2004
XIV edizione
24 – 27 Ottobre 2024
Sede:
Circolo San Luis,
Via Don Bosco, 7
Piazza San Luigi
MM3 Lodi, Milano
Open Call 2024
Scopri come partecipare
A cura di
Laura Lamonea e Erica Petrillo
Coordinamento Open Call
Tommaso Santagostino
La ricerca CASE di
Erica Petrillo con BASE Milano
sviluppata nel contesto di
una residenza curatoriale nel 2023/2024