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The Then About As Until

The Then About As Until è un progetto di Video Sound Art, a cura di Laura Lamonea, realizzato nel contesto della ventesima edizione di ArtVerona (10–12 ottobre 2025).

La mostra indaga il rapporto tra espressione verbale e immagine partendo dalle ricerche verbovisuali degli anni ’60, che hanno portato artisti di tutto il mondo a sperimentare nuove forme visive di produzione linguistica. Risalendo all’eredità delle composizioni di parole libere futuriste, della poesia dadaista, dei collage lettristi e surrealisti, il contesto artistico verbovisuale si è nutrito di un dialogo multilingue e multidisciplinare.

The Then About As Until utilizza la riscrittura e la sperimentazione linguistica – nella sua decostruzione e dislocazione. Le opere in mostra – installazioni, video, performance – mettono in discussione le griglie linguistiche che regolano la nostra percezione della realtà. In questa espansione, il linguaggio si trasforma in possibilità di invenzione collettiva, ridefinendo le condizioni stesse di ciò che possiamo pensare e condividere come esperienza sociale ed esistenziale.

Frammenti linguistici agiscono come ponti tra le immagini. Le parole giustapposte alle sequenze visive invitano lo spettatore a prendere coscienza di sé in relazione a un luogo. Ciò che appare minimale e silenzioso apre una profonda riflessione sullo spazio pubblico, sul ruolo dell’individuo e sulla sua postura critica.

Manon de Boer, Oumi. From nothing to something, to something else, part 3, 2019, Video HD, colore, 15’. Installation view, The Then About As Until di Video Sound Art nell’ambito di ArtVerona XX edizione, Palazzo Forti, Verona, 2025. Ph. Ennevi Foto.


Percorso espositivo

Herman Asselberghs
Watching Words Becoming a Film

Herman Asselberghs, Watching Words Becoming a Film, 2017, Video, colore, senza suono, 6’ 13’’. Installation view, The Then About As Until di Video Sound Art nell’ambito di ArtVerona XX edizione, Palazzo Forti, Verona, 2025.

Scopri di più sull’opera

watching words becoming a film sort of a film
this is a film and these are the words
watching film a film becoming words sort of
word’s out word up word

Negli ultimi decenni, Herman Asselberghs (1962, Mechelen, Belgio) ha meticolosamente costruito un’opera audiovisiva sulla relazione tra suono e immagine, poetica e politica. In Watching Words Becoming a Film le parole sono ripetute sullo schermo come una sorta di mantra visivo, appaiono e scompaiono una dopo l’altra, con tempi precisi e studiati con cura. Invitano lo spettatore a colmare il vuoto sonoro con la propria immaginazione, come se un’eco invisibile desse loro voce. Un film da leggere che avvia un dialogo silenzioso con
chi guarda, suggerendo una riflessione sull’esperienza del tempo cinematografico.

Peter Downsbrough
THE OTHER
THERE
AND_04.2020
PASS – ING]
POWER/ FROM, TO, WITH
Two Pipes, One Standing – 27,5 cm
Koln
e New York

Peter Downsbrough, THE OTHER, 2019, Video, b/n, suono, 2’ 11’’. Installation view, The Then About As Until di Video Sound Art nell’ambito di ArtVerona XX edizione, Palazzo Forti, Verona, 2025. Ph. Ennevi Foto.

Scopri di più sull’artista e le opere

Linee, parole e campiture di colore costituiscono il nucleo del vocabolario plastico di Peter Downsbrough (1940, Brunswick, USA – 2024, Bruxelles, Belgio), che ha condotto la propria ricerca in un continuo confronto con l’architettura e con gli elementi costitutivi del linguaggio.
Le sue opere compongono un corpus coerente attraverso una moltitudine di tecniche e formati: interventi o manipolazioni spaziali, fotografie urbane, mappe, sculture, opere sonore, modelli in scala, video, lavori su carta e pubblicazioni.
«È tutto una questione di spazio.» Peter Downsbrough.
L’allestimento di questa prima sala si configura come un’estensione del linguaggio architettonico dell’artista: quattro video sono proiettati su una struttura che li incornicia e che, come le linee di Downsbrough, non solo divide, ma definisce, orienta e suggerisce nuove possibilità spaziali. Le parole giustapposte alle immagini implicano una nozione di posizionamento: architettura e linguaggio diventano così strumenti di interrogazione politica.

Nel video THE OTHER lo schermo è suddiviso geometricamente: si intravedono scorci della città attraverso una sottile fenditura che separa due ampie bande nere laterali. Su queste superfici si muovono lettere e parole, che, come spesso accade nel lavoro dell’artista, assumono una dimensione visiva, ritmica, strutturale, dialogando silenziosamente con lo spazio della visione.

THERE rende esplicito che ogni film è una sequenza di immagini fisse e richiede uno sforzo percettivo consapevole. Downsbrough offre un ritratto del suo rapporto con il tempo e lo spazio. THERE è il primo dei due “film-nel-film”, composti da brevi sequenze mute a colori girate con camera fissa in due incroci trafficati di Bruxelles. In una scena a schermo diviso, l’immagine in movimento – una via urbana degli anni 2010 – si svuota progressivamente, lasciando spazio a una fotografia in bianco e nero di una strada newyorkese degli anni ’70. Questo passaggio segna l’inizio di una sequenza di ventitré immagini, scattate in diversi spazi di transito urbano. I due brevi filmati a colori incorniciano così una riflessione visiva sul tempo, sul movimento e la percezione dello spazio.

AND_04.2020 si apre con la voce di un uomo che emerge dal rumore del traffico. Poco dopo compaiono parole sullo schermo: the, then, about, as, until. Il loro accostamento risulta tanto indecifrabile quanto le parole dell’uomo. Realizzato a partire da una breve visita di
Downsbrough a Pechino nel 2015, il video è una riflessione sul linguaggio e sulla città, e restituisce un’immagine filtrata dell’esperienza urbana cinese: traffico ordinato, attraversamenti pedonali coreografici, ma anche piccoli gesti di disobbedienza che spezzano l’apparente controllo. La frase in time place / the] shift allude ai cambiamenti economici e politici della Cina contemporanea e allo spostamento dell’artista nello spazio e nel tempo. Infine, il titolo del video, AND_04.2020, suggerisce che l’opera non rappresenta una conclusione, ma fa parte di una conversazione più ampia.

PASS-ING] è un’opera realizzata con venti riprese itineranti. La telecamera dell’artista si muove parallelamente contro una recinzione, attraverso un edificio industriale abbandonato dove in passato si producevano tubi. Le parole and, here, as, set e between sono incorporate nel video. Questi connettori sono elementi linguistici che mettono in relazione e discutono la struttura dell’opera stessa,
l’architettura o il linguaggio.

In POWER/ FROM, TO, WITH un nastro adesivo delimita una porzione di parete. Ciò che conta non è l’oggetto, né la sua fisicità, ma l’atto di ridefinizione. «Più che trasformare lo spazio, si tratta di interagirvi», afferma l’artista. «Lo spazio è un dato: qualcuno lo ha organizzato e progettato, e io ho l’opportunità di inserirvi un elemento, di instaurare un dialogo con esso e, in ultima analisi, con le persone che lo abitano. Le persone vedono, o non vedono; hanno la possibilità di scegliere. Il mio intervento mira sempre alla minima intrusione possibile».

Realizzate a partire dagli anni ’70, le Pipes rappresentano l’idea di una scultura ridotta all’essenziale: una linea verticale, un gesto minimale che non definisce ma delimita lo spazio. Prive di piedistallo, talvolta sospese, introducono una nuova lettura del rapporto tra scultura e luogo. La loro forza si rivela anche nell’assenza: quando vengono rimosse, lo spazio sembra improvvisamente incompleto. Le linee verticali presenti nei video della sala precedente trovano qui una traduzione fisica, nel confronto diretto con l’architettura
del luogo. Ogni Pipe è realizzata su misura in relazione all’ambiente che la ospita.
Che venga notata o ignorata, questa tensione calibrata è parte della strategia dell’opera, concepita per sollecitare una riflessione tacita sul rapporto tra corpo, sguardo e spazio.

Con le stampe Koln e New York, Peter Downsbrough ha esplorato la dimensione temporale della fotografia attraverso sequenze visive – dittici, trittici e serie editoriali – che evocano il passaggio del tempo e lo spostamento nello spazio, avvicinandosi per analogia al linguaggio del cinema. L’artista costruisce una sorta di montaggio fotografico che, a differenza di quello cinematografico, non si fonda su un flusso continuo di immagini, ma su intervalli e discontinuità: ogni scatto rappresenta un salto temporale e un cambio di posizione, invitando lo spettatore a ricostruire mentalmente ciò che avviene tra le immagini.

Ph. 1 Peter Downsbrough, POWER/ FROM, TO, WITH. 1986/2025, Wall piece, nastro adesivo nero e lettere, dimensioni variabili. Installation view, The Then About As Until di Video Sound Art nell’ambito di ArtVerona XX edizione, Palazzo Forti, Verona, 2025. Ph. Ennevi Foto.
Ph. 2 Peter Downsbrough, THE OTHER, 2024, Video, b/n, suono, 1’ 45’’. Installation view, The Then About As Until di Video Sound Art nell’ambito di ArtVerona XX edizione, Palazzo Forti, Verona, 2025. Ph. Ennevi Foto.
Ph. 3 Peter Downsbrough, Two Pipes, One Standing – 27,5 cm, 2021 Room piece, due tubi metallici verniciati di nero, dimensioni variabili. Installation view, The Then About As Until di Video Sound Art nell’ambito di ArtVerona XX edizione, Palazzo Forti, Verona, 2025. Ph. Ennevi Foto.

Manon de Boer
Oumi. From nothing to something to something else, part 3

Manon de Boer, Oumi. From nothing to something, to something else, part 3, 2019, Video HD, colore, 15’. Installation view, The Then About As Until di Video Sound Art nell’ambito di ArtVerona XX edizione, Palazzo Forti, Verona, 2025.

Scopri di più sull’opera

Gran parte del lavoro di Manon de Boer (1966, Kodaicanal, India) si basa sulla rottura tra suono e immagine. Nei suoi film l’immagine visiva e la colonna sonora possono funzionare come narrazioni indipendenti, generando uno spazio di ambiguità in cui il linguaggio verbale, il movimento e il silenzio acquisiscono una risonanza profonda. Oumi è la terza e ultima parte di From nothing to something to
something else
, una serie di tre ritratti di adolescenti. In Oumi vediamo una ragazza che gioca con gli oggetti che la circondano. La presenza sensoriale, intima e sonora del suo respiro e della sua voce, contrasta con la sensazione di assistere a un mondo interiore a cui non si ha accesso.
Nei video della trilogia gli adolescenti sono stati invitati a sperimentare con il suono, interagire con lo spazio o semplicemente non fare nulla, esplorando il lasso di tempo tra il già e il non ancora, il tempo della potenzialità.

Anouk De Clercq e Helga Davis
OK

Anouk De Clercq e Helga Davis, OK, 2021, Video, b/n, 5’. Installation view, The Then About As Until di Video Sound Art nell’ambito di ArtVerona XX edizione, Palazzo Forti, Verona, 2025.

Scopri di più sull’opera

Anouk De Clercq (1971, Gand, Belgio) è un artista multidisciplinare il cui lavoro esplora le intersezioni tra cinema, musica e architettura. Attingendo alla sua formazione in ambito musicale e cinematografico, crea esperienze audiovisive che mettono in discussione le nozioni tradizionali di narrazione e percezione. L’opera OK nasce dalla collaborazione con l’artista, scrittrice e compositrice newyorkese Helga Davis che nell’estate del 2020, al culmine delle proteste Black Lives Matter, scrisse un testo
per dare voce al suo dolore e anche alle sue speranze per il futuro. Il testo è diventato il punto di partenza per un nuovo film e un’opera prima co-firmata da Helga Davis e Anouk De Clercq. OK è un racconto personale sul rapporto tra bianco e nero, che esplora la possibilità di collaborazione e cura reciproca. L’opera mette in discussione le dinamiche di potere e responsabilità insite in ogni relazione, alla ricerca di un’essenza condivisa tra gli opposti.

Nicoletta Grillo
Oltremare
Napoli Stazione Marittima / Buenos Aires Hotel de Inmigrantes

Nicoletta Grillo, Oltremare, 2025, Video a due canali, 4k UHD, suono, colore, 16’. Installation view, The Then About As Until di Video Sound Art nell’ambito di ArtVerona XX edizione, Palazzo Forti, Verona, 2025. Ph. Ennevi Foto.

Scopri di più sulle opere

Oltremare è un’opera video realizzata sulla costa tirrenica della Calabria. Il video esplora movimenti e spostamenti tra terra e mare in un paesaggio dove il partire è al tempo stesso una condizione storica e un elemento quasi esistenziale. Radicato nella biografia familiare dell’artista, il video attraversa il passato e il presente di quest’area: dai movimenti geologici di un ambiente un tempo ricoperto
dalle acque, alle recenti migrazioni umane. Oltremare sviluppa un racconto visivo che parla di appartenenza e di voglia di superamento, intrecciando ricordi personali con la storia collettiva di un territorio. Due voci dialogano su memorie di emigrazione, mentre l’ambiente circostante compare in primo piano sugli schermi. Il ritmo dei macchinari del porto di Gioia Tauro richiama il flusso di una comunità in costante movimento, mentre il silenzio di luoghi abbandonati contrasta con il rumore di giovani che abitano oggi la città costiera.

In mostra anche Napoli Stazione Marittima / Buenos Aires Hotel de Inmigrantes. L’opera mette in relazione due poli geografici e simbolici della migrazione italiana tra fine Ottocento e primo Novecento: la Stazione Marittima di Napoli, punto di partenza per moltissimi emigranti dal Sud Italia, e l’Hotel de Inmigrantes di Buenos Aires, struttura destinata ad accogliere i migranti per i controlli sanitari nei primi giorni dopo l’arrivo in Argentina. Il modellino in ceramica riproduce l’edificio portuale argentino costruito in un’epoca in cui il Paese aveva urgente bisogno di manodopera straniera. L’opera si ispira anche alla storia personale dell’artista: una zia paterna emigrata proprio in Argentina, figura evocata anche nell’opera video Oltremare. La ceramica poggia su una stampa fotografica raffigurante la Stazione Marittima di Napoli, punto di partenza principale per i piroscafi diretti oltreoceano. L’opera si connette idealmente anche alle immagini del porto di Gioia Tauro presenti in Oltremare, creando un sistema di rimandi tra passato e presente, migrazione storica e contemporanea.

Nicoletta Grillo, Napoli Stazione Marittima / Buenos Aires Hotel de Inmigrantes, 2025, Ceramica, vetro, stampa su carta fotografica, 33 x 23 x 11 cm. Ceramica realizzata da Tami Izko. Installation view, The Then About As Until di Video Sound Art nell’ambito di ArtVerona XX edizione, Palazzo Forti, Verona, 2025.

Anouk De Clercq
Birdsong

Anouk De Clercq, Birdsong, 2023, Video, colore & b/n, 16’ 30”. Installation view, The Then About As Until di Video Sound Art nell’ambito di ArtVerona XX edizione, Palazzo Forti, Verona, 2025.

Scopri di più sull’opera

La pratica di De Clercq si distingue per un profondo interesse nel potenziale poetico delle immagini in movimento. I suoi lavori si concentrano frequentemente su paesaggi immaginati e utopici, che prendono vita attraverso una combinazione di tecniche digitali e sensibilità analogica.
In Birdsong, due uccelli in un mondo senza peso, invocano il sole con un canto, finché un’eclissi non fa emergere le stelle. Birdsong è un tentativo di scorgere l’inizio nella fine, una meditazione su un mondo senza di noi, un paradiso oltre l’umanità, una sorta di amore a prima vista. Eliminando i dettagli superflui, De Clercq invita lo spettatore in spazi contemplativi, sfumando i confini tra fisico e virtuale, visibile e immaginario.

David Claerbout
The Pure Necessity

David Claerbout, The Pure Necessity, 2016, Video HD, colore, suono, 50’. Installation view, The Then About As Until di Video Sound Art nell’ambito di ArtVerona XX edizione, Palazzo Forti, Verona, 2025. Ph. Ennevi Foto.

Scopri di più sull’opera

David Claerbout (1969, Kortrijk, Belgio) è uno degli artisti più innovativi e acclamati nel campo delle immagini in movimento. La sua opera si colloca all’incrocio tra fotografia, cinema, video, 3D, tecnologia digitale e nuovi media. Pur avendo una formazione da pittore, Claerbout si è progressivamente interessato, attraverso la fotografia e il video, all’esplorazione del concetto di tempo e durata.
In The Pure Necessity, assistito da un team di animatori professionisti, Claerbout si riappropria dei personaggi e delle ambientazioni del film d’animazione della Walt Disney Il libro della giungla, liberandoli da ogni forma di linguaggio e riferimento antropomorfo, in un’operazione di sottrazione delle facoltà umane. Gli animali, anziché parlare, cantare e ballare, tornano ad essere orsi, pantere e pitoni,
mostrandoci una diversa metodologia di ascolto, di dialogo e rappresentazione del vivente.


Performance

La mostra è stata accompagnata da un programma performativo che ha ospitato due interventi sonori del progetto It sounds like another word a cura di Nicola Giuliani (Campo Base Project) e la performance Utopia Gym a cura di Marilisa Cosello.

It sounds like another word
Neuf Voix; Giulia Rae, Mira; AGUA VIVA, Martina Amæmi, Davide Salvan all’Acusmonium Odae
a cura di Nicola Giuliani

Neuf Voix all’Acusmonium Odae. Intervento sonoro del progetto It sounds like another word di Nicola Giuliani in occasione della mostra The Then About As Until di Video Sound Art nell’ambito di ArtVerona XX edizione, Palazzo Forti, Verona, 2025. Ph. Ennevi Foto.

Scopri di più sulla performance

L’Acusmonium Odae, al contempo opera d’arte e strumento musicale (realizzato artigianalmente dall’artista Neuf Voix), ha occupato temporaneamente gli spazi della mostra dialogando con l’opera POWER/ FROM, TO, WITH di Peter Downsbrough. Neuf Voix si è esibito all’Acusmonium, proponendo brani dal suo ultimo lavoro Music for Dimensions, che sfida le convenzioni dell’ascolto tradizionale esplorando l’infinito potenziale del suono attraverso l’uso digitalizzato della voce. Musica concreta, fatta di suoni elettronici nitidi trasformati in nuovi paesaggi acustici, ci guiderà in una continua tensione tra passato e futuro, tra reale e immaginario, tra tradizione e avanguardia.

Il collettivo C3, spazio di sperimentazione e laboratorio indipendente focalizzato sul recupero di competenze sonologiche, di ecologia acustica, sperimentazione sonora, oltre che di interpretazione acusmatica, ha proposto una selezione di cinque giovani artisti in dialogo tra loro che si sono esibiti all’Acusmonium – Giulia Rae, Mira, AGUA VIVA, Martina Amæmi, Davide Salvan – operando a cavallo tra
estetica acusmatica e performance dal vivo, e capaci di creare attivazioni anche il livello corporeo, gestuale e visivo.

Utopia Gym
a cura di Marilisa Cosello

Performance Utopia Gym a cura di Marilisa Cosello, in occasione della mostra The Then About As Until di Video Sound Art nell’ambito di ArtVerona XX edizione, Palazzo Forti, Verona, 2025. Ph. Ennevi Foto.

Scopri di più sulla performance

Nella performance Utopia Gym di Marilisa Cosello (1978, Salerno) il corpo atletico diventa segno e linguaggio. I gesti sportivi si trasformano in un alfabeto corporeo che comunica attraverso forme, tensioni e staticità, elaborando una sintassi del movimento dove ogni posizione atletica assume valore semantico e narrativo. L’artista pone al centro delle sue performance una riflessione profonda sul corpo come territorio di significati individuali e collettivi. I corpi in performance si inseriscono nel contesto espositivo stabilendo relazioni formali e concettuali con le opere presenti. Atleti di diverse discipline sportive diventano protagonisti di una performance dove ogni gesto, ogni posizione mantenuta per lunghi minuti, si carica di valenze estetiche e simboliche. Si genera così un sistema di corrispondenze dove la presenza fisica degli atleti ridefinisce la percezione dello spazio espositivo e delle opere stesse, attivando nuove letture e significati. Le sequenze sportive evocano la grande tradizione scultorea veneta – da Antonio Canova ai maestri del marmo – creando un ponte temporale tra l’arte classica e la contemporaneità.
Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con Fondazione Bentegodi e Rugby srl ssd.

Performance Utopia Gym a cura di Marilisa Cosello, in occasione della mostra The Then About As Until di Video Sound Art nell’ambito di ArtVerona XX edizione, Palazzo Forti, Verona, 2025. Ph. Ennevi Foto.

The Then About As Until

9 – 26 ottobre 2025
Palazzo Forti
Volto Due Mori, 4, Verona

A cura di
Laura Lamonea


Orari mostra:
Giovedì 9 ottobre ore 20:00 – 23:00
Venerdì 10 ottobre ore 11:00 – 21:00
Sabato 11 ottobre ore 11:00 – 19:00
Dalle ore 20:00 opening su invito
Domenica 12 ottobre ore 11:00 – 19:00

Dal 17 al 19 e dal 24 al 26 ottobre ore 11:00 – 19:00

Performance | Programma:
Sabato 11 ottobre
→ Ore 20:00 (accesso su invito)
Utopia Gym – Performance di Marilisa Cosello
→ Ore 20:30 (accesso su invito)
Neuf Voix – all’Acusmonium Odae
Parte del programma It Sounds Like Another Word,
a cura di Nicola Giuliani (Campo Base Project)
Domenica 12 ottobre
→ Ore 11:00–14:00 (accesso libero)
Giulia Rae, Mira; AGUA VIVA, Martina Amæmi,
Davide Salvan – all’Acusmonium Odae
A cura di C3
Parte del programma It Sounds Like Another Word,
a cura di Nicola Giuliani (Campo Base Project)

In collaborazione con:
ArtVerona

Con il sostegno di:
Ambasciata del Belgio

Assistenza curatoriale
Francesca Mainardi e Federica Torgano

Produzione
Lino Palena