Sviluppare un’installazione interattiva complessa
Maggio 2017
ven 19 maggio dalle 18h alle 22h
sab – dom 20 – 21 dalle 12h alle 19h
sab – dom 27 – 28 dalle 12h alle 19h
32h
In aggiunta:
– 4h dedicate ad ogni gruppo per la finalizzazione del progetto (su appuntamento)
– 4h dedicate alle studio visit. Si ritiene nel percorso fondamentale il confronto con realtà del territorio impegnate nell’ambito dell’Interaction design.
Premesse
Perché utilizzare l’interattività come linguaggio? Le installazioni interattive – diffuse già a partire dalla fine degli anni Sessanta – prevedono la creazione di ambienti sensibili che i fruitori attraversano e modificano con la loro presenza. I pionieri della relazione uomo dispositivo nella creazione artistica, dagli anni ’90 hanno elaborato formule di coinvolgimento partecipativo dello spettatore senza l’utilizzo di elementi esterni al proprio corpo come tastiere o mouse. Nel 2017 l’utilizzo di sistemi di interazione è una pratica ormai assunta e consolidata. Realizzare un’installazione interattiva pone quesiti a nostro parere di supporto alla ricerca artistica.
Il workshop prevede un’introduzione alle principali tecniche e metodologie in ambito multimediale, riferite allo sviluppo di un’installazione o di un ambiente interattivo. Verrà proposto ai partecipanti un’indagine sulle principali nuove tecnologie nel campo dell’Interaction Design attraverso l’analisi di software e hardware.
Il workshop sarà incentrato sullo sviluppo di installazioni interattive complesse attraverso l’analisi di casi studio di installazioni e di metodologie di software artist ospiti nel corso delle edizioni del Festival.
“Le installazioni rappresentano un’ibridazione della scultura tradizionale con le altre arti quali architettura, teatro, performance e cinema.” (cit. Barbara Ferriani). Il termine complesso di riferisce alla relazione di tipo dialettico con lo spazio perché esse possono cambiare ad ogni allestimento. Il termine interattivo in questo contesto si riferisce all’utilizzo delle nuove tecnologie – sia hardware che software – e alla partecipazione nel processo artistico di figure specializzate in ambito informatico.
Nel corso del workshop ai partecipanti verranno forniti gli strumenti – concettuali e tecnici – e i materiali per progettare e sperimentare la realizzazione di installazioni interattive complesse.
Programma
Si prevede lo studio attraverso tre moduli tra loro interconnessi che conterranno lezioni teoriche e sperimentazioni laboratoriali :
– il Modulo 1 è costituito dagli elementi teorici necessari nel campo dell’Interaction Design (esempi di installazioni interattive complesse, modelli di collaborazione, dinamiche di interazione uomo macchina, presentazione di hardware e software).
– il Modulo 2 affronterà gli argomenti inerenti all’utilizzo degli hardware, presentando le diverse tecnologie a disposizione, fornendo una guida pratica e una metodologia di lavoro. In particolare verrà preso in analisi l’utilizzo di Arduino per sviluppare oggetti interattivi che sfruttano sensori, attuatori e comunicazione con altri dispositivi.
– il Modulo 3 sarà orientato ad una attività di laboratorio attraverso una panoramica delle diverse soluzioni software a disposizione. I software analizzati saranno: l’IDE di Arduino, Max 4 Live, Mad Mapper con l’obiettivo di creare un set up di lavoro semplice e dinamico, che permetta di gestire differenti contenuti multimediali.
NB: La panoramica fornita sarà un’introduzione ai programmi. La conoscenza dei software prevede lunghi tempi di studio. L’obiettivo è di esplorare le potenzialità del mezzo espressivo tecnologico. Verrà inoltre fornita un’analisi parziale delle possibilità di interfaccia fra il set-up proposto durante il corso e programmi già utilizzati dai partecipanti, al fine di facilitare l’applicazione degli elementi appresi al proprio ambito di intervento.
– Modulo 4. I partecipanti saranno invitati, divisi in gruppi, a sviluppare un progetto di installazione interattiva. I progetti potranno realizzarsi a partire dalla materioteca messa a disposizione dalla struttura Video Sound Art. In allegato il database dei materiali selezionati.
Prerequisiti: Non si richiede nessuna preparazione specifica in quanto la pratica si sviluppa in forma collettiva durante la masterclass. Si richiede una breve mail di presentazione.
Attrezzatura tecnica fornita: Ogni allievo avrà disposizione un portatile Mac con installata la versione prova dei seguenti software: – Versione Trial Ableton Live 9 Suite – MadMapper Versione Demo. In caso di necessità fare richiesta in anticipo alla scuola. Durante il corso verrà fornito “Connection Kit” per Max 4 Live.
Bio
Video Sound Art
Video Sound Art è uno spazio di creazione e di approfondimento dedicato all’innovazione tecnologica in ambito artistico. Nato come festival nel 2011, grazie al contributo della Fondazione Cariplo, VSA è un progetto permanente ideato da creativi impegnati nell’ambito delle arti visive, della musica e del teatro. L’obiettivo è favorire l’emergenza di nuovi talenti, creando contesti espositivi che possano garantire visibilità alle opere dei giovani artisti. Durante tutto l’anno Video Sound Art propone workshop, seminari, laboratori condotti da professionisti internazionali, per incentivare la trasmissione di tecniche innovative nell’ambito dei differenti settori artistici.
Marco Goldo
Marco Goldo lavora dal 2014 come sviluppatore tecnologico al progetto permanente Video Sound Art. Per questa edizione ha collaborato con gli artisti Ugo La Pietra, Nour Awada, Studio Alex per la realizzazione di installazioni interattive.
Laura Lamonea
Laura Lamonea è direttrice artistica del festival Video Sound Art, fondato grazie ad un contributo della Fondazione Cariplo. Ha lavorato come regista radiofonica in Rai, dal 2012 è consulente del Teatro Franco Parenti.
Attualmente è impegnata nella realizzazione di nuove produzioni artistiche che prevedono forme di collaborazione integrata con istituzioni universitarie e centri di ricerca tecnologici.
Per info e iscrizioni visitare il sito di Bauer