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OPEN CALL 2020 L’immagine aperta
per artisti, curatori, ricercatori, viaggiatori – in collaborazione con il Touring Club Italiano

Dal 2011 Video Sound Art sostiene la nascita di nuove produzioni attraverso percorsi di ricerca, partendo da archivi storici o residenze artistiche. Le opere neonate – con il supporto di esperti artigiani e studiosi –  sono state negli anni presentate al pubblico in contesti espositivi  lontani dai circuiti distributivi ordinari,  con l’intento di mettere alla prova la capacità di adattamento dell’arte all’interno della società: scuole pubbliche, sotterranei come l’ex albergo Diurno Venezia, sale teatrali… Dieci anni di tentativi durante i quali i vincitori hanno partecipato allo sviluppo di modelli di condivisione sociale, rivisitando spazi pubblici, relazionandosi con visitatori casuali o in presenza dei più importanti attori del settore – artisti, galleristi, collezionisti, rappresentanti di istituzioni pubbliche e private. 

In contrasto con la pretesa autonomia dell’arte formale, queste pratiche prevedono l’apertura di un dialogo tra discipline e contesti distanti, sottoposti a una vicendevole ambiguità interpretativa. Ricucire il tessuto relazionale che manca nella realtà è tra gli obiettivi di queste operazioni. 

Partendo dal prezioso Archivio del Touring Club Italiano, i partecipanti potranno organizzare i materiali e costruire con essi narrazioni visive per dare nuove fisionomie alla raccolta. I lavori selezionati saranno presentati nel mese di novembre presso la Piscina Cozzi di Milano.


Storytelling e narrazione visiva

Assemblaggio, détournement, postproduzione, display, sono tutte modalità con cui l’artista iconauta può avvicinarsi all’archivio e costruire nuove narrazioni e contro-narrazioni. 

Un precedente da menzionare è il Mnemosyne Atlas, il monumentale atlante in cui Aby Warburg indaga le “forme del pathos” (Pathosformeln) e il rapporto tra uomo e cosmo dall’antichità greco-romana e orientale al contemporaneo. L’accostamento intuitivo e anacronistico di oltre mille fotografie, organizzate in 82 quadri, restituisce alle immagini la loro dimensione dialettica ed evocativa, stimolandoci a superare l’approccio intellettuale in favore di quello sensoriale e sentimentale. 

La portata estetica ed epistemologica del Mnemosyne Atlas è stata messa in luce dal critico francese Georges Didi-Huberman con due mostre e numerosi contributi e pubblicazioni. Afferma Huberman: “il fatto è che l’immagine aperta attraversa il tempo secondo le modalità dell’impensato, del sintomo, della sopravvivenza: rimozioni e ritorni del represso, ripetizioni e rielaborazioni, tradizioni e anelli mancanti, movimenti tettonici e sismi di superficie” (in L’immagine aperta. Motivi dell’incarnazione nelle arti visive, Bruno mondadori 2008). Questa operazione di “apertura”, che per primo Warburg aveva messo in campo e che Huberman codifica, è la sfida che Video Sound Art Festival e l’Archivio del Touring Club Italiano sottopongono ad artisti e studiosi con questa call.


Giuria di selezione

Diego Bergamaschi
Vicepresidente del ClubGamec, Associazione Amici Museo Gamec di Bergamo

Andrea Boghi
Membro del comitato direttivo di Collective, Associazione Italiana di Collezionisti d’Arte

Luca Lo Pinto
Direttore Artistico del museo MACRO di Roma

Ilaria Parma
Archivista del Touring Club Italiano

Luciana Senna
Archivista del Touring Club Italiano

Francesco Tedeschi
Professore di Storia dell’arte contemporanea all’Università Cattolica del Sacro Cuore

Video Sound Art
Team curatoriale